Come avrete letto sui giornali locali, o da questo blog, l'Ateneo, qualche tempo fa, ha deciso di modificare il proprio sistema di tassazione studentesca. Come la penso l'ho già scritto in un vecchio post.
A seguito di questa approvazione è stato costituito un comitato paritetico di Ateneo che stabilisca entro fino giugno i parametri su cui assegnare i premi di merito. Tale comitato è composto da un rappresentante degli studenti per facoltà, i presidi di facoltà (o loro delegati) ed il prof. Cerea (delegato del rettore).
Per Sociologia, gli altri rappresentanti in Paritetico (Sorina ed Elisabetta), hanno delegato me ad andare (e non posso che ringraziarle per la fiducia).

Questi criteri vanno individuati per attribuire un premio al 50% dei laureati. Gli elementi di valutazione proposti in questa bozza sono 4:
- durata degli studi: 3 anni più 1 per le triennali, 2+1 per le specialistiche, 5+2 per le lauree a ciclo unico (Giurisprudenza ed Ingegneria). Superato l'anno di ritardo non si avrà diritto a nessun premio.
- studi all'estero: 35 o 45 punti per la doppia laurea. Crediti all'estero (erasmus): 25*(crediti/40), massimo 25 punti.
- primo anno di studio: 30* (crediti/60)*(media voti/media facoltà)
- merito di facoltà: massimo 30, e stabiliti dalle facoltà.
Questi 4 criteri vengono sommati alla fine del corso di studio, e su questa "classifica" vengono premiati la metà dei laureati.

Ora che abbiamo questa prima bozza, ho chiesto agli altri rappresentanti di vederci per formulare una proposta comune su alcune criticità.
La più importante, per Sociologia, è sulla durata. Domani il comitato per la riforma discuterà su una proposta che, tra l'altro, prevede la riduzione degli appelli di laurea. Personalmente non ero contrario ad una riduzione del numero di appelli (è irrazionale laureare a gennaio e poi 15 giorni dopo a febbraio): ma se ora sul mese in più o in meno viene deciso se dare il premio - o meno - a qualcuno la questione diventa profondamente diversa.
Visto che il senso della riforma è mettere in competizione gli studenti tra di loro, aumentando la tasse a tutti e girando l'extragettito alla metà di loro, non possiamo fermare le persone a un metro al traguardo, chiedendogli di aspettare mesi per il prossimo appello di laurea. Il rischio di perdere il vantaggio acquisito nella corsa è troppo alto.
Ecco cosa più mi infastidisce di questa riforma: questo retrogusto di gara applicata agli studenti. Mentre i docenti avanzano per "anzianità di servizio". Soprattutto perché non penso che lo studio sia una gara con gli altri, ma un tempo dedicato a sé stessi ed ai propri interessi.
Ma, per dirla come il prof. Cerea: "non è una gara, è solo la vita". E a me verrebbe da aggiungere un secco e finale "baby!": se solo avessi un bicchiere in mano, una voce grave, un lungo cappotto chiaro e mi chiamassi Humphrey Bogart.