Il Comitato per la Riforma è, per l'appunto, il gruppo designato a proporre al Consiglio di Facoltà le soluzioni per una buona attuazione della riforma. Questo Comitato è formato:

- dal Comitato Paritetico per la Didattica: composto dal Preside (che fino a novembre è ancora il prof. Diani), da due professori (il prof. Blanco e il prof. Cobalti) e tre studenti (io, Sorina Toezser ed Elisabetta Taddeo)

- dai Presidenti dei 7 Consigli di Corso di Laurea (Sociologia, SPIE, SS, LOSI, STA, SRS, MOSS)

- e dal delegato di Facoltà alla laurea interfacoltà di SEI (prof. Brunazzo).


All'ordine del giorno c'era la modifica del regolamento didattico.

La discussione è durata ora, e perciò evito di riassumere tutto. Piuttosto segnalo le novità più rilevanti introdotte.


Accesso alle lauree triennali e alle lauree specialistiche dal prossimo anno. La riforma prevede obbligatoriamente dei test che "controllino" la predispozione dello studente per il percorso di studi scelto e dei requisiti di base. Nel caso questi requisiti non ci fossero, è comunque possibile iscriversi e frequentare. Si capisce comunque che, se si pongono criteri particolarmente alti, questi test diventerebbero, di fatto, una sorta di test d'ingresso. Per fortuna non è stata intenzione di nessuno usare questo escamotage. E i criteri scelti sono stati molto abbordabili.

Per le triennali - Servizio Sociale, essendo a "numero chiuso" è chiaremente esclusa da questi test. Per Sociologia si richiede la conoscenza dei principali programmi informatici di scrittura, calcolo e navigazione internet e dell'inglese (livello A2). Studi Internazionali, oltre ai programmi informatici, richiede un livello B1. Qualora questi requisiti non ci fossero bisognerà colmarli durante il corso degli studi, usufruendo dei corsi gratuiti offerti dall'Ateneo.

Considerazione - già adesso, per poter frequentare il corso di "inglese sociologico" del primo anno delle triennali, è richiesto il B1, quindi...

Per le specialistiche - Per evitare il test, si è deciso di considerare il voto di laurea delle triennali. Qualcuno voleva fissare una quota 90 (nessun doppio senso politico naturalmente...), qualcun'altro 100, altri pensavano di fissare una quota differenziata per corso di laurea. La decisione è rimasta in sospeso. Si deciderà nei prossimi giorni: probabilmente la soluzione si troverà "nel mezzo". Comunque, qualche giorno prima del Comitato, avendo già avuto accenni su questa proposta, mi sono informato. Negli ultimi 3 anni ad uscire con meno di 90 sono stati davvero in pochi. La quota che invece ora sembra più probabile è 95. Sotto questa quota ci sarebbero il 25% degli studenti. Uno su quattro, per iscriversi alla specialistica, sarebbe quindi costretto a sostenere un colloquio con il presidente di corso di laurea. Non sarebbe un dramma visto, ma personalmente non capisco il perché di un'eventuale altra selezione visto che la laurea triennale è di per sé, una selezione in itinere. Il prossimo comitato (19.6) caldeggierò la quota 90, e vediamo cosa ne esce...

Inoltre c'è in cantiere la proposta - di cui avremmo dovuto parlare già durante questo Comitato, ma che poi, causa ristrezza tempi, è stato spostata al prossimo - di un diverso calcolo del voto di laurea. Questo nella peggiore delle ipotesi sarebbe ininfluente per i voti più alti, ma innalzerebbe quelli più bassi. Settimana prossima vedrò di informarmi cosa comporterebbero le altre soglie teorizzate.


Esame finale - Su questo ci sarà ampia "battaglia" nel prossimo Comitato, visto che una delle proposte nei documenti inviatici qualche giorno fa, è che l'esame finale della triennale diventi un esame come tutti gli altri. Ti scegli un relatore, fai la tesi, gliela consegni e lui ti assegna un voto in trentesimi che fa media con gli altri. A noi rappresentati che eravamo là, ci è sembrata unanimamente una grandissima stupidagine, utile solo ad eliminare l'imbarazzante consuetudine di parecchi docenti, di non leggere le tesi presentate. Comunque l'unica decisione presa su questo tema è per chi decide di sostenere l'esame scritto, al posto della tesi. Questa modalità di laurea rimane ma, dopo il tema, ci sarà da sostenere anche un esame orale. Questa innovazione, che è una mediazione tra chi voleva abolire questa modalità e chi voleva mantenerla, penso sia positiva, per una questione di equità tra le due modalità di prova finale. E sarà comunque utile per fermare la proposta di esame finale che ho descritto prima (vi immaginate se alla fine dei giochi, si inserisse per equità, l'orale nella seconda modalità e poi la si togliesse per la prima? Credo/spero che non accadrà...).

Infine: chiudiamo con una buona notizia. Stiamo lavorando perché, nel nuovo ordinamento, ci sia esplicito riferimento all'equilibrio di carico didattico tra semestri. Ciò significa che non ci potranno esserci un semestre con 20 corsi obbligatori e uno con 4, ma che dovranno essere calibrati. Buono, no?